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Signoret, Simone.

Pseudonimo di Simone Kaminker. Attrice francese di origine tedesca. Nata in Germania, si trasferì giovanissima in Francia, dove esercitò le professioni di dattilografa e di insegnante di lingue prima di entrare nel mondo cinematografico come comparsa. Nel 1947 fu la protagonista di Dedée d'Anvers, di Y. Allegret, un film nel quale si impose per il suo ruolo di prostituta “gentile” ripreso poi nel successivo Manèges (1949), sempre di Allegret e ne Il piacere e l'amore (1950), di M. Ophüls. Nel 1952 recitò in Casco d'oro, con la regia di J. Becker, un film ambientato durante la Belle Epoque, nel quale risaltarono le doti interpretative e la bellezza dell'attrice. Da quel momento seguirono molti altri film: Teresa Raquin (1953) di M. Carné, I diabolici (1954) di H.-G. Clouzot, La selva dei dannati (1956) di L. Buñuel, Le vergini di Salem (1956) di R. Rouleau, tratto dall'opera di A. Miller. Unitasi in matrimonio con il cantante e attore Yves Montand, lo appoggiò nelle sue lotte di rivendicazione sociale e civile. Si spostò quindi in Gran Bretagna, dove interpretò La strada dei quartieri alti (1959), di J. Clayton, tratta dal romanzo di John Braine, che le fece vincere il premio Oscar, poi in Italia, dove lavorò con A. Pietrangeli in Adua e le compagne (1960). Tra gli altri film dell'attrice ricordiamo: La nave dei folli (1965) di S. Kramer, Parigi brucia? (1966) di R. Clement, La confessione (1970) di Costa-Gavras, L'implacabile uomo di Saint-Germain (1971) e L'evaso (1971), entrambi di P. Granier-Deferre e tratti da altrettanti romanzi di G. Simenon, Police Python 357 (1975) di A. Corneau, La vita davanti a sé (1977) di M. Mizerahi, La stella del Nord (1981) di Granier-Deferre, Guy de Maupassant (1982). Si dedicò anche alla letteratura, scrivendo due libri di memorie e un romanzo: La nostalgia non è più quella di un tempo (1976), Le lendemain, elle était souriante (1979), Addio Volodia (1985) (Wiesbaden 1921 - Parigi 1985).